Le iniziative previste nel
corso del 2010 sono le seguenti:
1)
Nel filo di un tradizionale
impegno dell’Associazione è stato
deciso di tornare ancora una volta sul tema dei massacri di civili. Lo spunto è
fornito dal recente film di Giorgio Diritti che racconta la strage di Marzabotto
dell’agosto 1944 con significative innovazioni sul terreno del linguaggio e dello stile. D’accordo con il
regista e in collaborazione con l’Istituto Gramsci e la Cineteca di Bologna sarà
organizzato per fine maggio un
seminario interdisciplinare volto ad esaminare come eventi cruciali della Resistenza e della seconda guerra mondiale sono
stati diversamente narrati dalla storiografia, dal cinema, dalla letteratura,
dall’indagine etnografica. Sono responsabili dell’organizzazione del seminario
Luciana Castellina e Fiamma Lussana.
2)
L’approssimarsi del 150esimo
anniversario della costituzione dello stato italiano (marzo 2011) suscita
crescenti apprensioni per l’impostazione agiografica ed esteriormente
celebrativa che le autorità di governo hanno impresso al programma delle
celebrazioni. Anche sotto la spinta di una strisciante crisi economica, che
precede di gran lunga nel nostro caso il crack finanziario del settembre 2008,
sta riemergendo un quadro di divisioni e fratture del paese che ripropone il
tema storico della fragilità della nostra unità nazionale. Il Comitato Direttivo
ha incaricato Leonardo Paggi e Nicola Tranfaglia di prendere contatto con la
direzione scientifica delle riviste “Studi storici”, “Passato e Presente”,
“Italia contemporanea”al fine di studiare le forme e i modi di un intervento
collegiale(seminari, pubblicazione di materiali, ecc.) volto a riproporre i
lineamenti essenziali di una analisi critica della nostra storia unitaria.
3)
Nel quadro di contatti (tre
seminari di studi svoltisi a Roma, Tripoli e Siena) che l’ Associazione ha
intrattenuto tra il 2006 e il 2008 con l’Istituto nazionale di storia della Libia, è nata, per la
cura di Costantino di Sante, una mostra di 80 pannelli sulla storia del
colonialismo italiano in Libia, che documenta con grande ricchezza di
particolari le atrocità e i clima di violenta repressione che ha caratterizzato
ininterrottamente l’ occupazione italiana di questo paese (1911-1943). La mostra
sta avendo un buon successo di pubblico in diverse città italiane. Il comitato
direttivo ha deciso di impegnarsi per una
presentazione a Roma della mostra, intendendo anche organizzare intorno all’evento
dibattiti e incontri di studio volti a documentare l’occultamento o la presentazione agiografica che
l’esperienza coloniale del nostro paese ha avuto fino ad oggi nella più generale
opinione pubblica del paese. A questo fine il Comitato direttivo ha incaricato
Andrea Amato e Costantino di Sante di avviare contatti con la Provincia di Roma
per procedere quanto prima l’allestimento della mostra nella capitale.
4)
L’importanza del passato
coloniale e della relativa memoria è tornata con grande evidenza nella
esperienza dei maggiori paesi europei,
in questi ultimi anni di crescente mondializzazione e di sempre più forti
flussi migratori. Il tema, per certi aspetti evitato dalla rinata democrazia
europea dopo il 1945, si rivela sempre più
come un passato ricco di implicazioni politiche attuali. La stessa
ripresa di spinte apertamente razziste in Europa, da cui non è certo rimasto
immune il nostro paese, ripropone l’importanza di stratificazioni culturali che
hanno trovato nel colonialismo il
primo luogo di sedimentazione. Il Comitato direttivo ha esaminato e discusso un
progetto di convegno internazionale presentato da Nicola Labanca (membro del
direttivo assente giustificato) e da Claudia Gazzini volto ad un esame comparato
del modo in cui la memoria del colonialismo influenza oggi i rapporti bilaterali
tra paesi europei (Italia, Francia, Inghilterra, Spagna) e i paesi ex colonie
dell’altra sponda del Mediterraneo. A questo fine è stato deciso di convocare a
fine maggio un seminario per precisare le linee del convegno. Il prof. Federico
Cresti , esperto di storia del Maghreb, si è dichiarato disposto a collaborare
attivamente all’iniziativa.